Quella che segue è la testimonianza di chi, quel 23 dicembre 1984, si recò sul luogo della cosiddetta Strage di Natale, l’attentato al Rapido 904 presso San Benedetto Val di Sambro.
Stefano Neri, ex volontario della Pubblica Assistenza Croce Italia, che ringraziamo per aver contribuito a non cancellare la memoria, ci ha raccontato quei momenti.
Il 23 dicembre 1984 è una di quelle date che non possiamo dimenticare: strage del Rapido 904.
A quei tempi per organizzare le macchine da inviare, non c’erano telefoni cellulari ma il telefono fisso e il 118 non era quella macchina organizzativa che è oggi.
Il capoturno in sede associativa telefonava ai volontari che abitavano più vicino alla sede e, mano a mano, i più lontani, così da essere presenti il prima possibile. L’autore della nostra testimonianza è un ex volontario, che a quei tempi, abitava vicinissimo alla sede, allora in via Vezza. Per questo arrivò immediatamente, così come gli altri due componenti dell’equipaggio. Alla fine gli equipaggi organizzati, e quindi le ambulanze inviate, furono 4, affiancate da due pulmini carichi di volontari appiedati, che andarono sul posto ad aiutare. Altre 2 ambulanze furono messe a disposizione per coprire i servizi in città.
In questa occasione, per la prima volta, due volontarie, Rosa Benedetti e Laura Armaroli, furono fatte intervenire dall’associazione in una maxi-emergenza, dimostrando che l’essere volontari, non ha sesso!
Il racconto di Stefano:
23 Dicembre 1984
ore 19,00: mi chiamano dalla sede di Croce Italia chiedendomi se potessi fare notte …. C’era il turno scoperto… ‘Non riesco, domattina devo fare turno 7/14′
Ore 19,45: speciale TG Incidente ferroviario sotto la galleria San Benedetto Val d Sambro
Ore 20,05: sono in sede. Era già partita un’ambulanza, India 2, non ricordo l’equipaggio. Io Turro (Andrea Turrini n.d.r.) e Salvatore (Salvatore Pluchino n.d.r.) carichiamo sul Ford Transit, India 5, pacchi di lenzuola, garze, acqua ossigenata e un paio di barelle cucchiaio che avevamo di scorta. A quell’epoca non avevamo delle grandi attrezzature … Venne con noi anche Rosa (Benedetti – n.d.r.) Nebbia, nevischio e ghiaccio ci accompagnarono fin lassù … Sul posto erano già presenti pattuglie della stradale che ci facevano strada.
Arrivati in stazione, lungo i binari, decine di volontari: giacche arancioni e pantaloni bianchi. Un freddo da brividi. Esce dalla galleria un primo carrello con sopra un paio di feriti; uno lo sistemiamo su di una barella e viene caricato su India 2. Se ne occupa Claudio, non ricordo l’autista, codice2 abbondante… Come si diceva allora …
Dopo un’ora un locomotore traina fuori dalla galleria alcune carrozze tra le quali anche quella dove era avventa l’esplosione. Avevamo avuto la consapevolezza che non era un incidente ma un attentato!! Freddo, rabbia e sgomento e anche paura, tanta. Si cominciò quello che adesso sarebbe il triage, che allora era lo “smistamento”: i passeggeri illesi o con ferite lievi furono caricati su un paio di vagoni e trainati fino in stazione centrale. I feriti più gravi furono presi in consegna da diverse ambulanze: Croce Italia, Pubblica Assistenza Città di Bologna, Croce Azzurra … Di tanto in tanto, purtroppo, incontravamo anche qualcuno che non avrebbe festeggiato il Natale. Questi li portavamo in un magazzino della stazione di San Benedetto. Un gruppo di volontari andò in stazione centrale ad attendere i vagoni con i viaggiatori che avevano solo bisogno di supporto psicologico. Noi lassù finimmo verso le 2 del mattino. Caricammo le salme e ci fu un pietoso corteo di ambulanze fino alle camere mortuarie del Maggiore.
Cronaca di una Vigilia di Natale tragica.
La mattina successiva il turno 07/14 l’ho fatto con tristezza, amarezza e un grande senso di sconforto…. Che dopo 36 anni non posso dimenticare…

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