Premessa: Questo racconto non vuole essere un vanto per un qualcosa che dovrebbe essere la quotidianità, ma si propone di essere il ricordo di una giornata che rimarrà nelle nostre memorie.


Tutto ha avuto inizio con una telefonata di Luca. Di domenica mattina, una cosa alquanto insolita… Luca mi chiedeva la disponibilità di mezzi e volontari, per organizzare un trasporto di 7 persone, dall’Ucraina a Bologna… Sin da subito, non è parsa proprio una passeggiata. Dopo esser stato colto in contropiede, la mia domanda è sorta spontanea:” Per quando?”. La sua risposta, del tutto priva di logica, è stata “si partirebbe stasera o in nottata”.

Follia pura… Il primo pensiero:” dove li trovo 4 volontari che siano disposte a partire, senza un minimo di preavviso?!”.

A me piacerebbe molto, ma sono reperibile al lavoro fino a domani mattina. Ma quasi, quasi, provo a chiamare il Capo per chiedergli il permesso di andare… Ma subito incalzo Luca: “tu ci vai ?”; “Martina mi uccide…”.

Iniziamo bene! In breve tempo la ricerca inizia a dare i suoi frutti, ed arrivano le prime disponibilità.

Alessandro, che però nel pomeriggio era a Brescia per arbitrare una partita di rugby, e Chiara, che però si trova dai parenti nelle Marche.

Al che, mi domando: “ma vuoi proprio che non partecipi a questa cosa?”.

Iniziano le telefonate al mio Capo, al supervisore ed a qualche collega per farmi coprire al lavoro… Ok, ci sono! Si può pensare un po’ più seriamente di partire… Ma c’è sempre da avvisare mia figlia: ostacolo non da poco!

Nel frattempo, da bravo Presidente, anche Luca strappa il permesso a sua moglie Martina… Dopo alcune riflessioni, alla fine è arrivato anche il mio “ permesso”.

Ci siamo! La squadra è fatta!

Alan e Luca con india 1 ed Alessandro e Chiara con lo Yankee 02. Appuntamento fissato per le 20.30 in Sede, dove ci raggiungeranno Luca ed Ethel della Pubblica Assistenza Croce del Navile.

Prima di arrivare in Sede, d’obbligo è stata una corsa al supermercato per prendere il necessario: pane, salumi, acqua… Poi ci sono dei bambini, quindi: cioccolata, patatine…insomma, ogni scusa è buona per fare il carico di zuccheri 🙂

Ore 20:30. Tutti puntualissimi. Finalmente ci siamo! Briefing, piano di viaggio, e foto pre-partenza.

Foto pre-partenza

Ore 21:00 Si parte! Impostiamo il navigatore e…1170 km…una passeggiata, insomma…

Il primo tratto di viaggio scorre senza particolari problematiche. L’adrenalina è tanta e anche chi dovrebbe, non riesce a riposare.
Decidiamo di fermarci alla prima area di servizio oltre il confine sloveno, per accertarci sulla necessità di acquistare la “vignetta”: un tagliandino che permette di circolare liberamente su tutte le autostrade slovene… Il costo??? € 15.00 per una settimana…Qui da noi con quella cifra, non fai nemmeno bologna / rimini a/r… Ma questa è un’altra storia.

Ci spiegano poi che, essendo un mezzo di emergenza, basta tener accese le luci blu di crociera per evitare il pagamento… Altre domande sorgono spontanee… Ma, anche questa volta, soprassediamo…

Prima sosta in Slovenia

Il viaggio prosegue senza particolari intoppi, le strade sono belle,ben curate ( quali erano le riflessioni precedenti riguardanti le autostrade italiane..??). Nello Yankee 2, Alessandro delizia i passeggeri di Red Bull e taralli alla cipolla, ma comunque si cerca per chi non sta guidando, di riposare un po’…

Altra sosta in Ungheria, solita “vignetta” per le autostrade ungheresi, caffè (riusciamo ancora a contarli) e siamo pronti a ripartire….

Ad un certo punto, nel cielo buio della notte ungherese, scorgiamo una scia luminosa molto veloce “cadere” verso il suolo molto, molto in lontananza… Cosa fosse non lo sapremo mai. Magari una stella cadente, un piccolo meteorite o forse, solo la stanchezza che ci faceva vedere chissà cosa… Resteremo con il grande dubbio.

Continuiamo a macinare km verso Est e finalmente l’alba! 

Finalmente l’alba…

Il panorama che ci circonda è alquanto surreale. Non c’è praticamente nulla, qualche abitazione in qua ed in là, ma nulla degno di essere ricordato… Inizia la mia battaglia personale alla ricerca di una mucca…Possibile che in tutti questi campi, non ci sia una sola mucca?? Nulla da fare… provo a chiudere gli occhi, cercando di riposare un po’. Dura troppo poco, Luca mi sveglia ed entusiasta esclama: “ci sono le mucche!”. Ma come? Le ho cercate ovunque… Sarà stato un altro miraggio dato dalla stanchezza o un bruttissimo scherzo fatto alla mia persona 🙂

E’ ormai mattino ed il viaggio prosegua, in lontananza nei cieli, scorgiamo diverse scie di aerei. Almeno 7, troppo vicine per essere aerei di linea…Ma anche sta volta, possiamo solo dare spazio alla nostra immaginazione o suggestione. Poco dopo, incrociamo in direzione opposta alla nostra, un nutrito convoglio militare…ci stiamo avvicinando.

Superiamo Budapest ed usciamo dall’autostrada. Percorriamo delle strade interne alla volta di Zàhony, valico di frontiera dove i nipoti della signora Mariya ci stavano aspettando.

Ore 10:30: ci siamo! Siamo al confine! Ci mettiamo in fila per i controlli… 

Sinceramente ci aspettavamo molta più gente… Di fianco a noi, 2 pullman provenienti dalla Romagna arrivati fin lì con il nostro stesso scopo. Noi per 7 persone, loro per molte di più… ma come è ben noto: “il romagnolo è un po’ “sburon”. Ovviamente si scherza.

Ecco il nostro turno. Si avvicinano gli agenti di frontiera per il controllo documenti: primi intoppi… non ci capiamo troppo bene. Fortuna che c’è Chiara!!! Lei parla inglese con la stessa facilità con la quale io mangio un piatto di tortellini… Problema risolto, ci fanno passare!

Avete presente che nella maggioranza dei film di guerra, c’è sempre un ponte di ferro dove avvengono battaglie epiche e che diventa l’obbiettivo principale da distruggere per “tagliare i collegamenti”? Eccolo lì, è davanti a noi…

Lo attraversiamo. Poco oltre la metà c’è un ulteriore checkpoint di soldati ucraini, adibiti a una riverifica dei documenti e dei mezzi… Proseguiamo.
Nuova fila alla barriera ucraina e nuovi controlli… Rapida riorganizzazione… Passeranno il confine: Chiara con lo Yankee e Luca Iorio con il mezzo di Croce del Navile. Noi (io, Luca, Alessandro ed Ethel) aspetteremo il ritorno di tutti, senza entrare in Ucraina.

Arrivati alla Frontiera

Aspettare per modo di dire, Chiara si sbraccia per avvisarci che non ci possiamo fermare al confine, dobbiamo tornare verso l’Ungheria.

Ci dirigiamo nuovamente verso il ponte… 2 soldati ucraini (gli stessi che 20 minuti prima ci avevano controllato) si avvicinano, chiedono nuovamente i documenti. Stavolta Chiara non c’è, ma anche Alessandro se la cava bene con l’inglese, quindi siamo sereni… Uno dei due comunica per radio, probabilmente il fatto che non avessimo quel benedetto originale del libretto… L’altro guarda incuriosito le nostre divise e dice qualcosa, in ucraino, a riguardo del nostro stemma… Luca gli spiega che non si stacca (almeno credo… io e l’inglese, abbiamo ancora difficoltà a trovare un giusto compromesso), ma io ho la divisa “ vecchia” ed il mio patch, si stacca senza problemi; così senza pensarci troppo lo stacco e glielo allungo. Lui sorride e mi fa cenno di aspettare, corre via e dopo un attimo torna e mi dà la sua patch dalla divisa militare, lo prendo immediatamente e lo attacco al posto di quello di Croce Italia. Gli faccio vedere la mia divisa con il suo logo, lui fa lo stesso e lo mette a fianco al suo… Per quanto mi riguarda un gesto assolutamente inaspettato ed al quale ho dato un valore inestimabile. Quella patch la conserverò per sempre con grade cura.

Alla fine, riusciamo a riattraversare la frontiera ungherese e ci parcheggiamo in un piazzale, in attesa di veder tornare Chiara e Luca, ed ovviamente tutta la famiglia ucraina.

In questo frangente, non sono mancati momenti di “assurdo divertimento”, che hanno visto coinvolto in prima persona il nostro Alessandro!

Ci si avvicina un personaggio a dir poco curioso… Parla con Ale, e gli spiega essere un cittadino croato in possesso di una casa molto grande ed in cerca di una famiglia ucraina da ospitare… Non mi sembra una cosa così semplice, e il simpatico Luka non si presentava poi così bene.

Comincia un dialogo al limite dell’assurdo fra questo personaggio ed Alessandro. Gli dice anche di essere partito senza documenti e senza telefono, il culmine lo tocchiamo quando invita Alessandro a vedere il baule della sua macchina, dove si trovavano fra le altre cose 2 taniche di benzina, ed una cesta di vimini piena di maiale cotto… stile tranci di bacon o qualcosa di simile…meglio non indagare… Alleghiamo materiale fotografico 🙂

Il croato si è proprio affezionato ad Alessandro, tant’è che gli chiede anche di mandare un messaggio alla moglie per avvisarla che era lì, al confine, senza documenti e telefono… Questa appena legge l’SMS, richiama. Ale porge il telefono al croato e questo inizia a parlare allontanandosi; inseguito da nostro eroico Volontario, impegnato nell’unica missione di recupera il suo telefono… 
Di lì in poi iniziano le chiamate continue al telefono di Alessandro che, nonostante i vari tentativi di bloccare il numero, ormai è uno di famiglia… il loro punto di riferimento. 
L’indomito croato, nel frattempo continuava a fermare ogni macchina in transito, chiedendo a queste se avessero una famiglia ucraina da affidargli… Neanche stesse chiedendo una sigaretta…

In poco tempo la nostra ambulanza si era trasformata in un centro informazioni, nel quale Alessandro era il tramite per qualsiasi attività…

Si presentano una coppia americana, una famiglia spagnola, ed infine l’anziano “umarel” ungherese munito di zannetta e arrivato fino lì a piedi, con l’unico scopo di vedere il confine… E noi che pensavamo d’avere l’esclusiva… Il tutto mentre l’irriducibile croato, continuava a fermare macchine ed Alessandro cercava il modo di evitare le telefonate ed i messaggi che ancora arrivavano al suo telefono.

Finalmente Chiara e Luca riescono a raggiungerci con questi bambini/ragazzini, la mamma di 2 di loro e la nonna raggiante, per essere riuscita a portarli via da là.

Qualche minuto per organizzarci sul come dividerci (i 3 ragazzi più grandi, vorrebbero stare in macchina con Chiara… chissà mai il perché).
E via! Siamo pronti a ripartire, senza prima aver salutato l’ormai amico croato, rimasto ancora una volta senza famiglia…

Impostiamo il navigatore. Altri 1170 km ci aspettano.

Ormai sono le 14:00. Ci fermiamo dopo qualche km in una specie d’area di servizio attrezzata con tanto di gazebo, tavoli e panche. Dobbiamo mangiare. In un attimo spunta fuori la qualunque, a livello alimentare….

Inizialmente noto un pochino di imbarazzo nell’accettare quel cibo e si orientano su quello che avevano portato loro. Prevalentemente uova, poi qualcuno intercetta le patatine. Hanno la meglio, così come le lattine di fanta e cocacola, portate da Chiara…

Si riparte! Il viaggio è lungo ma il peggio è ormai alle spalle… Purtroppo resta l’intramontabile stanchezza di Luca, che si fa sentire anche al rifornimento di gasolio.

Luca alle prese con il gasolio

Maciniamo km verso Ovest, tra musica ucraina e grandi dormite, dopo lunghe ed interminabili ore, siamo finalmente a Bologna.

Ore 03:00. Accompagniamo tutti alla loro nuova casa. Nonna Mariya non smette di ringraziarci… Salutiamo tutti e torniamo in sede, riprendiamo le nostre macchine e ricominciamo la nostra quotidianità, certi di aver fatto un piccolissimo gesto in un oceano di persone che avrebbero bisogno di aiuto, non solo ucraini, delle quali troppo spesso, ci dimentichiamo.

Diario di viaggio scritto da Alan

30 ore… 2500 km d’un fiato… occhi pesanti accanto agli amici di tutti i giorni. Ma alla fine del viaggio ritorni su quel particolare. Uno zainetto colorato…la loro vita quotidiana oggi è tutta racchiusa lì dentro. Catapultati a 2000 km dagli occhi dei loro papà…con un sorriso smarrito di chi ancora non ha compreso cosa gli stia capitando. E così, quando la notte torniamo a casa e troviamo chi amiamo, stringiamolo un pó di più e pensiamo a chi, come loro, aspetta solo quel momento. In bocca al lupo piccole donne e piccoli uomini.

Un ricordo, scritto da Luca

Non siamo Eroi, non abbiamo riscritto la storia di questa guerra assurda, né ci siamo spinti in un’impresa sovrumana; abbiamo solo risposto “presente”, con un po’ di coraggio, alla richiesta d’aiuto arrivata da Mariya, la supernonna che un po’ tutti meriteremmo di conoscere.Nelle lunghe ore alla guida, rotolando verso Ovest, soprattutto in quelle di silenzio quando gli amici che mi hanno ribattezzato Sasha sono crollati 😴, un solo pensiero mi ha tormentato di continuo… “Immagina di sospendere la tua quotidianità, da un giorno all’altro, di dover scappare e lasciare i tuoi legami più stretti… e di poter portare tutto ciò che vuoi avere con te solo in uno zaino”. Siamo fortunati, tanto fortunati, ma spesso, troppo spesso non riusciamo ad esserne riconoscenti.
💛💙 In bocca al lupo piccoli Amici, che possiate ritornare presto ad abbracciare, a Casa Vostra, mamma e papà.

Un ricordo, scritto da Alessandro

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